Profondo cordoglio il 17 ottobre al Monumentale di Torino dall'Anpi presieduto da Nino Boeti al commiato del compagno Sante Baiardi, morto all'età di 93 anni.
Durante la Resistenza aveva lottato per liberare l'Italia dal dominio nazi fascista con il nome di Eros. Nel dopo guerra era stato vice presidente della Regione Piemonte nelle file del Pci, tra il 1975 e il 1980, e assessore alle Opere pubbliche e alla Sanità. A lui si devono molte delle conquiste della sanità pubblica. Lavorò affinché l'art. 32 della Costituzione italiana realizzasse un sistema sanitario equo e universale, accessibile a tutti indipendentemente dal reddito e dalla condizione sociale.
Per Sante Baiardi
Porto alla famiglia Baiardi il cordoglio dell’Anpi.
Siamo vicini al vostro grande dolore.
Un dolore che è anche il nostro.
Non basterebbe una giornata intera per ricordare l’impegno di Sante Baiardi, i mille progetti, le mille cose fatte.
“Dal dire al fare, ricordi di un uomo impegnato” è il titolo del libro/intervista di Mirella Calvano e Giovanni Romano che abbiamo presentato qualche anno fa e che ripercorre la sua straordinaria vita. Ricorderò di lui soprattutto due aspetti: quello del partigiano e quello dell’assessore alla Sanità.
Il primo: a 18 anni entrò in contatto con il comandante della X Brigata Sap Garibaldi “Antonio Gramsci” assieme al fratello Vincenzo. Erano addetti alla diffusione di volantini di propaganda, alle scritte murarie, al reclutamento di nuovi attivisti, alla ricerca di armi abbandonate.
Fu tra gli animatori dello sciopero del 19 aprile 1945 al quale parteciparono migliaia di operai. Si salvò per miracolo, perché protetto da un pilastro, la sera del 24 aprile in uno scontro a fuoco con i tedeschi nel quale persero la vita Luciano Fontanelle e Pietro Gasperini.
Un pomeriggio, uscendo dalle Molinette, incontrò un ragazzo che aveva una bomba a mano a cui aveva tolto la sicura. Sante gliela strappò di mano e la lanciò lontano, dove esplose, SALVANDO LA VITA AL RAGAZZO.
Fu uno dei venti mila partigiani che il 6 maggio sfilarono per le strade di Torino. Il tricolore era portato da Vincenzo Modica, nome di battaglia Petralia, un siciliano, uno dei sei mila militari meridionali che combatterono in Piemonte. I partigiani sentirono dopo la guerra l’impegno politico come l’ideale continuazione di quella lotta. Sante fu tra questi.
Consigliere comunale a Grugliasco e a Torino, consigliere provinciale, consigliere regionale e assessore ai trasporti e alle opere pubbliche dal 75 all’80, e alla sanità, dall’80 all’85. La legge 833, costitutiva del servizio sanitario nazionale, era stata approvata da poco, ma il sistema andava costruito.
La legge Basaglia aveva chiuso i manicomi e aveva restituito la vita a uomini e a donne a volte rinchiusi senza ragione. Bisognava costruire i servizi territoriali psichiatrici per continuare a curare questi pazienti. Sante Baiardi e i suoi uffici in Regione costruirono il primo piano sanitario del Piemonte, dopo aver predisposto la relazione sullo stato sanitario del Paese perché gli uffici del ministero non erano in grado di farlo.
Un lavoro che durò un anno intero quest’ultimo, il 1981, tre volumi. Fu approvato il piano sanitario dal 1982 Al 1984 E POI DAL 1985 al 1987. La prima regione in Italia, allora eravamo i primi.
Sono ormai 15 anni che la nostra Regione non ne ha più uno. Si naviga a vista. Accontentando oggi un comune, domani un altro. Un sindaco oggi, un altro domani. La parola programmazione, la parola integrazione socio/sanitaria sembrano aver perso diritto di cittadinanza nel nostro Paese.
Sante sapeva che la risposta ai bisogni di salute della popolazione non poteva essere soltanto l’aumento dei servizi, che la perdita di salute era nell’ambiente di lavoro, nell’ambiente e negli stili di vita. Condusse una ricerca che riguardava gli effetti della crisi economica degli anni 70 sui figli dei lavoratori disoccupati.
Una ricerca condotta assieme all’Università di Torino e all’ospedale Regina Margherita. L’indagine evidenziò un indubbio legame tra le patologie fisiche e psicologiche dei bambini e la disoccupazione dei genitori. La promozione della salute, la rete della salute, stavano dentro il CIPES, fondato nel 1988: la confederazione italiana per la promozione della salute e l’educazione sanitaria.
La sua straordinaria competenza mi aveva portato nella legislatura 2005/2010 in Regione a chiedergli di venire con me, assieme a Chicca Gamna, direttrice della fisiatria del San Luigi, e a Oscar Bertetto, direttore del Coes delle Molinette, a parlare di sanità e di sociale nelle province piemontesi.
Sante aveva accettato con piacere e veniva con noi. Nelle assemblee molti si ricordavano di lui, era stato anche responsabile della Protezione Civile, parlava per ultimo a braccio, era sempre il più applaudito. Al ritorno mangiavamo un panino all’autogrill ed era bello stare insieme.
Sante Baiardi è stato un uomo eccezionale, mi mancheranno i dialoghi con lui, l’ultimo a casa sua, prima delle vacanze estive. Ho come la sensazione che l’Anpi abbia perso un prezioso punto di riferimento, un uomo che sapeva tutto e di tutto.
Ha anche fondato il CSI, il Centro Informatico della regione Piemonte che oggi ha più di 1000 dipendenti. Finisco questo saluto con le parole con le quali Sante termina il suo libro, parole di Antonio Gramsci. “Istruitevi, perché avremo bisogno di tutta la nostra intelligenza.
Agitatevi, perché avremo bisogno di tutto il nostro entusiasmo. Organizzatevi, perché avremo bisogno di tutta la nostra forza”.
Ciao Sante, sei stato intelligente, entusiasta, forte, organizzato e hai anche organizzato tutti quelli che lavoravano con te. Sei stato uno straordinario uomo perbene!
NINO BOETI, 17 ottobre 2023
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