Guarda le foto. La Torino democratica e antifascista ha dato una risposta concreta ed emozionante con la fiaccolata di stasera, 24 aprile, vigilia del 78°anniversario della Liberazione, ai revisionismi strumentali e pelosi, e alle strampalate interpretazioni della guerra partigiana che si sono affastellati nelle ultime settimane. Parole dette in libertà da parte di chi o per una forma di nostalgia in servizio permanente effettivo o per il tipico livore da frustrazione di una sconfitta scritta nella Storia, non riesce a prendere definitivamente le distanze dal Fascismo e dalla violenza che è insita in quell'ideologia. Nel corteo che si è mosso da piazza Arbarello, in cui spiccava lo striscione dell'Anpi provinciale, e in piazza Castello, una koiné di generazioni ha tracciato una ideale linea di demarcazione tra la politica reale, che in uno spirito democratico prevede l'alternanza al potere, e l'uso fraudolento della politica che a conquistare il potere per ridurre gli spazi democratici. E dal palco delle istituzioni, dove hanno preso la parola il sindaco di Torino Stefano Lorusso, e il vicepresidente del Consiglio regionale Daniele Valle, è stato simbolicamente la figura dell'avvocato Bruno Segre, partigiano, deportato, 105 anni il prossimo 4 settembre, a unire con il suo intervento la trasversalità generazionale delle emozioni, dei sentimenti e del rispetto per il 25 aprile 1945, che rimane l'orgoglio, anche con il suo carico di retorica, della Repubblica italiana.
La fiaccolata dell'orgoglio partigiano
Aggiornamento: 24 apr 2023
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